Il cinema mi ha sempre appassionato, guardo di tutto. Cerco sempre di dedicare un po’ del mio tempo libero a ricercare ed archiviare anche le pellicole più inusuali. Per non parlare poi della domenica pomeriggio, tutta dedicata a quelli in bianco e nero o agli americani degli anni ’50. Ormai è diventato un rito e anche P. sembra apprezzare.
Per questo motivo, sin dalla nascita del blog, ho sempre voluto condividere le mie scoperte cinematografiche, riguardanti soprattutto il mondo del cibo. Con la revisione del blog però, mi sono resa conto che la pagina risultava troppo statica. Tutto questo preambolo per dirti che ora anche i film e i libri saranno d’ispirazione per ricette concrete che proverò per te.





La prima ricetta che inaugura questo nuovo corso non poteva che essere dedicata alla mia terra d’origine. Ti confesso che ciò che mi manca di più, qui nelle Marche, sono i canali televisivi locali. Qui c’è solo il liscio, che non fa parte proprio della mia tradizione.
Sui canali locali napoletani, in qualunque momento fai un giro, a parte le solite televendite, c’è sempre la certezza matematica che stanno trasmettendo un Totò d’annata (i fratelli Caponi vanno per la maggiore), Miseria e Nobiltà, Eduardo nelle sue versioni per la televisione e così via. E L’Oro di Napoli è tra questi, almeno una volta al mese ero sicura di beccarlo!
La trama
La pellicola è un classico in bianco e nero del 1954 diretto dal grande Vittorio De Sica, che in una serie di episodi, sei per la precisione, riesce a racchiudere Napoli e le sue contraddizioni, in maniera divertente, ma sempre con una vena malinconica. Caratteristica questa che contraddistingue, secondo me, tutte le pellicole che raccontano di Napoli e dei napoletani. Il melodramma è genetico a mio avviso.
Tra gli episodi più belli, che conosco ovviamente a memoria, c’è la partita di carte tra lo stesso Vittorio De Sica (che interpreta se stesso, anche nella sua passione smodata per il gioco) e un ragazzino che invece vorrebbe star fuori a giocare. Il pernacchio, che Eduardo insegna ad un intero quartiere per umiliare il signorotto di turno. E l’immensa Sofia Loren che frigge pizze a credito e incanta i clienti con la sua avvenenza.
La pizza fritta
La pizza fritta può essere considerata come una coperta di Linus, una certezza e un’istituzione. Una tradizione semplice e povera, che con pochissimi ingredienti può risolvere un pasto.
Alla modica cifra di un euro puoi sfamarti, mentre ti perdi nei vicoli della città. Puoi gustarla in versione base, semplicemente avvolta nella tradizionale carta paglia oppure fritta in piccole palline accompagnate da crocchè di patate. Poi c’è la versione ripiena di ricotta e salame e la montanara fritta e poi farcita con salsa di pomodoro, parmigiano e basilico.
La pizzeria presente nel film è ancora in funzione e all’interno si possono trovare anche i cimeli d’epoca e locandine. Si chiama Starita a Materdei, se sei di passaggio a Napoli non puoi certo perderti gli angioletti fritti! Tra gli altri indirizzi famosi ci sono La Masardona, Sorbillo e tanti altri. Non c’è una vera ricetta ufficiale, in effetti si tratta di semplice impasto di farina, acqua e lievito, che può variare nelle dosi, nei tempi di lievitazione e nella qualità degli ingredienti.


La ricetta
La mia interpretazione prevede anche una parte di farina integrale, non me ne vogliano i puristi. Per quanto riguarda il lievito, va benissimo anche quello di birra.
Mi sento di consigliarti ugualmente una lunga lievitazione e una dose minima (non eccedere con il lievito di birra), per ottenere comunque una pizza soffice e digeribile. Ma ora la smetto di chiacchierare e procedo con la ricetta.

Pizza fritta con pasta madre
Ingredienti
- 150 g di farina integrale
- 350 g di farina tipo 0
- 350 g di acqua tiepida
- 150 g di pasta madre (o 5g di lievito di birra)
- 1 cucchiaino di sale
Istruzioni
- In una ciotola sciogliere la pasta madre (o il lievito di birra), precedentemente rinfrescata, nell'acqua tiepida.
- Versare la farina integrale e mescolare con una forchetta. Lasciar riposare il composto per 30 minuti circa, per consentire alla farina integrale di idratarsi.
- Aggiungere la farina "0" e infine il cucchiaino di sale.
- Mescolare bene il composto e riporlo su una spianatoia. Impastare fino ad ottenere un composto omogeneo, ma non lavorarlo troppo.
- Lasciar riposare l'impasto, coperto con un canovaccio, per almeno 4 ore. Formare delle palline, lasciar lievitare fino al raddoppio del volume.
- Stendere l'impasto con le mani, evitando il mattarello, a formare dei dischi. Friggere in abbondante olio d'oliva da entrambi i lati, fino alla doratura.
- Con una schiumarola prelevare la pizza e porla su carta assorbente per asciugare l'olio in eccesso. Servire bollente!
Questa non è una ricetta che si mangia nella mia zona, ma è straordinaria!
Bellissimo tutto il preambolo, fai bene a farti una scorpacciata di libri e film, è così che si ampliano le nostre conoscenze!
Grazie di avermi fatto vedere questo spezzone di film, dovrei acculturarmi di più anche io!!
Adoro la pizza fritta e a Napoli non ci sono mai stata, mi servono proprio consigli su dove andare dato che è tra i miei programmi! <3
Un bacio, Astrid.