Per par condicio mi sento di dover pubblicare anche una ricetta campana per utilizzare il mosto d’uva. Non so se sia diffusa in tutta la regione, ma lo è sicuramente nei paesi vesuviani. Io non ne mangio da tanto tempo. Era usanza prepararle durante la vendemmia. Mentre gli uomini erano impegnati nelle faccende “importanti”, le donne in cucina sfornavano prelibatezze.

Mia nonna prendeva la caccavella grande e iniziava il rituale. Si mescolava in questo calderone, come in una pozione magica, il mosto con le mele cotogne e le noci. E così il profumo inebriava tutto il cortile, rendendo tutto meno faticoso.
Ho provato a replicarle, ovviamente basandomi su una ricetta di trazione orale. Le dosi e i tempi sono molto approssimativi, mia nonna si regolava a occhio. Il profumo mi ha riportato alla mente i ricordi di un’infanzia felice e spensierata. Sono molto buone e come ogni ricetta del sud che si rispetti, molto caloriche! A me piace mangiarle anche fresche appena fatte, ma fatte asciugare per bene si conservano a lungo e possono essere utilizzate come snack o come dolcetto.
Se non avete a disposizione il mosto, si può preparare con l’uva schiacciata nel passaverdura e successivamente filtrata, senza fermentazione (per ottenere 500 gr di mosto, occorre all’incirca 1 kg d’uva, preferibilmente da vino).



Quadrucci di mosto
Ingredienti
- 500 g mosto d’uva
- 150 g semola di grano duro
- 100 g noci tritate
- 3 mele cotogne
- buccia di mandarino
- una manciata semi di anice
- un cucchiaino cannella
Istruzioni
- Portare ad ebollizione il mosto, lasciarlo bollire per circa un’ora a fuoco lento. Unire le mele cotogne, sbucciate e tagliate a cubetti. Aggiungere i semi di anice e la cannella.
- Versare la semola un poco alla volta, mescolando lentamente. Regolatevi con la densità, deve somigliare alla polenta.
- Aggiungere le noci, la buccia di mandarino. Lasciar cuocere per circa 30 minuti. La consistenza non deve essere troppo densa, ne troppo liquida. Regolarsi al momento con la quantità di semola.
- Quando ha raggiunto la consistenza giusta, versarlo su un ripiano precedentemente infarinato con la semola (come si fa con la polenta).
- Aspettare che si assesti, incidere con il coltello per segnare la pezzatura. Lasciar raffreddare e far asciugare un po al sole.
- Così sono pronte per essere gustate. Se volete conservarle per più tempo, infornatele a 180° per 10 minuti.

Che bello scoprire come ogni regione abbia le sue tradizioni! Io ero ferma ai biscotti di mosto delle nostre parti che tra non molto sforneremo a centinaia per poi mangiarli durante tutto l’inverno ma anche i tuoi mi fanno una voglia…
Ciao
Silvia
Anche i biscotti di mosto sono buonissimi, per me è stata una vera scoperta.
Aveva molta uva da consumare ed ho provato anche la gelatina, che poi è diventata miele…a breve il post.
Buona giornata
Adoro questa ricetta. Sto aspettando la vendemmia, che quest’anno è in ritardo di quasi un mese, per fare anch’io un dolce, una gelatina, non so come definire questo budino di mosto che dalle nostre parti si chiama “sugoli” e che è una ricetta di quelle che si trasmettono oralmente nelle famiglie da centinaia d’anni.
li ho conosciuti da piccola e sono buonissimi però vorrei sapere se si possono sostituire le mele cotogne con mele normali grazie
Credo non ci siano problemi, personalmente non ho mai provato. Mi faccia sapere